Descrizione
Note del compositore
La storia di un popolo è spesso segnata dalle sue conquiste o dai suoi conquistatori ovvero dalle tracce che lasciano le reciproche impronte sulle terre abitate dall’altro. E pur possedendo una propria identità culturale più o meno forte, il dominato è costretto, nel bene e nel male, ad aprire al dominante quelle porte intime del proprio essere e che da quel momento in poi ne causeranno una modifica senza ritorno. Il caso degli Amerasian filippini è ancora una volta un esempio di colonialismo reiterato, con conseguenze umane individuali devastanti, incrementate in modo esponenziale da invasioni militari “strategiche”, prima, e dall’imposizione di modelli culturali da estrema periferia d’impero, poi. Nei visi e nelle espressioni dei filippini si leggono perciò tutte quelle tracce indigene miscelate a tratti somatici e fonemi spagnoli (i precedenti conquistadores) e nordamericani profondi. Le storie individuali annegano in solitudini complesse e da forti lineamenti interiori che divengono emblema dello smarrimento umano e sociale di questa consistente parte di popolo. La musica composta di “Left By The Ship” cerca quindi di descrivere un mondo intimo di ricerca di un’identità negata, sia essa indigena, sia essa acquisita, dove le sonorità e le atmosfere di un mondo d’oltre oceano (che guarda caso suggeriscono altre periferie rurali e di sperdute highway transnazionali), fatto di suoni di chitarra folk, modi blues e sprazzi di minimalismo si intercalano a reminiscenze di jotas da rondalla filippina e sonagli di bambù. Le emozioni scaturite sono ora di abbandono, di nascita e rinascita, ora di disperazione e speranza, nella ricerca di un legittimo riconoscimento familiare e di dignitosa appartenenza al consorzio umano: diritti che tardano entrambi ad arrivare.
TRACK LIST
01 Opening 03:19
02 JR 01:20
03 Meetings* 02:05
04 Sequence of mothers 03:44
05 Charlene 01:38
06 Not so different 01:58
07 Margarita 02:25
08 The river 02:06
09 Class suite 02:20
10 Dry season** 02:40
11 Thoughts 01:47
12 In the car** 02:46
13 Travelling 03:57
14 Ending 03:12
composition, programming & orchestration: Mario Crispi
additional composition, orchestration (*, **): Pivio & Aldo De Scalzi
guitars: Giuseppe Lomeo, Aldo De Scalzi
violins: Elena Aiello, Alessandra Dalla Barba, Laura Sillitti
violas: Daniele Guerci, Alessandro Sacco
cellos: Arianna Menesini, Jee Suk Schiffo
recording: Formedonda Studio (Palermo), Trancendental Studio (Genova)
mastering: Cantoberon (Roma)
sound engineers: Claudio Pacini, Patrick Simonetti
production: Formedonda – Italy 2010 P 2010 – I dischi dell’Espleta © Creuza
Annotation by composer
The story of a people is often marked by their conquests or by their conquerors, or by the traces and footprints left on earth. While having their own cultural identity, more or less strong, the dominated people are forced, for better or worse, to open the doors of their “being” to the dominant people: from that moment on they will undergo a change of no return. The case of Filipinos Amerasian is once again an example of reiterated colonialism, with human individual devastating consequences, exponentially increased from military “strategic” invasions followed by an imposition of cultural models of extreme periphery of empire. On the faces and in the expressions of Filipinos can read all the indigenous tracks mixed with deep Spanish and North American somatic features and phonemes. The individual stories are drowning in complex solitudes with strong interior outlines that become emblematic of the human and social bewilderment. The music composed tries to describe an intimate world of search of a denied identity, whether indigenous or acquired. The sounds and atmosphere of an overseas world (that, as chance would have it, they suggest other rural surroundings and secluded transnational highways) are constituted by the sounds of folk guitar, blues and flashes of minimalist ways, interspersed with reminiscences of jotas of Filipino rondalla and bamboo rattles. The resulting emotions sometimes are dejected, of birth and rebirth, or of despair and hope in the search for a legitimate recognition of family and for a decent belonging to the human society: both elements are slow in coming.
Salvatore Esposito –
Mario Crispi – Left By The Ship
Prodotto da VisitorQ in cooproduzione con Rai Cinema, ITVS International e YLE
Left By The Ship è un film documentario, realizzato Emma Rossi Landi e Alberto Vendemmiati, che racconta la vicenda degli Amerasians, i figli e le figlie delle prostitute filippine nati dall’unione con i militari americani di stanza nella baia di Subic presso la US Naval Base, un tempo la più grande base oltremare degli Stati Uniti. Dopo la sua chiusura nel 1992, migliaia di bambini sono stati abbandonati al loro destino e a differenza degli Amerasian di altri paesi, ai filippini non è mai stata riconosciuta la cittadinanza americana. Durante i due anni di lavorazione, i registi hanno seguito le vite di quattro Ameriasian, cogliendone gli aspetti più tristi, come la discriminazione, al ricerca di un’identità, i problemi familiari, il tutto lottando quotidianamente per superare un passato di cui non sono stati responsabili. Ad accompagnare gli ottantuno minuti del film, ci sono le musiche scritte, dirette ed orchestrate da Mario Crispi con integrazioni originali di Pivio & Aldo De Scalzi, le cui atmosfere sembrano dettare i tempi dell’azione scenica, arrivando a formare un tutt’uno con le immagini, sottolineando ogni fotogramma con grande eleganza stilistica e superba capacità di rendere in forma di suoni le emozioni e le sensazioni che emergono durante la visione. Il musicista siciliano con questa colonna sonora, prosegue uno degli aspetti precipui dell’attività degli Agricantus ovvero il loro rapporto con il cinema, ma lo fa con un approccio diverso, cogliendo con grande sensibilità la profondittà del tema trattato dal documentario della Rossi Landi e Vendemmiati.
Sergio Spada –
Left By the Ship Colonna Sonora
Recensito su Suono n° 461 del 2-2012
durata: 34’35”
Formedonda
catalogo: cd01 Anno di uscita: 2011
Mario Crispi, già fondatore degli Agricantus e magnifico protagonista di bellissimi lavori (è recente il suo Insulae realizzato insieme ad Enzo Favata) commenta qui con la sua musica Left By the Ship, un lavoro di Emma Rossi Landi ed Alberto Vendemmiati che racconta efficacemente la realtà della disgregazione sociale ed umana cui sono costrette ampie parti di popolazione infantile vivente in paesi occupati da truppe militari straniere. Ascoltare la musica senza l’apporto delle immagini (o viceversa) risulta impresa ardua, per quanto la bontà delle assai suggestive note affascini alquanto. Si alternano temi abbastanza simili, si aprono improvvisi spazi, si apprezzano aperture solistiche, ma si resta sospesi nell’attesa di storie che si possono solo immaginare. Apprezzabile comunque il suggestivo lavoro d’insieme.
Sergio Spada