Ferruccio Cainero

Mario Crispi in “L’Arco di San Marco”, il nuovo lavoro di Ferruccio Càinero

Ferruccio Càinero “L’Arco di San Marco”, ovvero “La danza leggera dei vinti” è il nuovo lavoro di Ferruccio Càinero, il noto narratore udinese, da tanti anni naturalizzato in Ticino, ma sempre pronto a narrare le storie contadine della sua terra: il Friuli.

L’opera, che vedrà il debutto al Teatro Sociale di Bellinzona (che è anche cooproduttore) l’8 e 9 ottobre 2015, è infatti una serie di racconti relativi ad alcune tradizioni musicali arcaiche del Friuli che si sono perse nel tempo, sia per volontà precise del potere costituito, sia per l’incedere della storia. Càinero ne ricostruisce ed argomenta, cercando di riannodarne i fili, gli stretti legami tra le pratiche rituali di “liberazione” e “dionisiache” di alcune tradizioni del Sud Italia (Pizzica, tarantella, tammurriata, etc) e delle culture del Mediterraneo e quelle di queste molteplici tradizioni fruiulane legate alla devozione di San Marco e dei riti provenienti da Oriente.

In scena con lui Mario Crispi, con i suoi flauti e clarinetti di canna insieme Yuri e Neda Càinero (entrambi percussionisti, cantanti e performers) che curano le musiche, e la danzatrice messicana Beatriz A. Navarro.

Una miscela di racconti, suoni, evocazioni e rituali che dipanano un narrazione avvincente e credibile di una storia da ricostruire per meditare sui flussi dei popoli e gli influssi delle culture che ci sono sempre stati e sempre ci saranno in tutti i crocevia del mondo ed in particolare dell’Italia intera.

Calendario degli spettacoli:

03.10.2015 – Arese – Anteprima
08.10.2015 – Bellinzona (Teatro Sociale) – Prima
09.10.2015 – Bellinzona  (Teatro Sociale) – Replica
17.10.2015 – Stabio (Aula Magna Comunale) – Replica

Per maggiori informazioni:

Sito ufficiale di Ferruccio Càinero

Mal Mediterraneo a Positano

Giovedì 5 agosto 2015

Teatro Giardino di via Pasitea – Positano
ore 21,00

Positano Teatro Festival 2015

presenta

Mal Mediterraneo

Oratorio marino per voci e musica
di Valeria Patera

con

Paolo Graziosi (il Tempo)
Elisabetta Arosi (il Vento)
Valeria Patera (il Mare)

Mario Crispi (musiche originali eseguite dal vivo)

DSC_6095
Valeria Patera e Mario Crispi in scena

TEATRO POESIA MUSICA ARTE GENERATIVA
Un cortile vicino al mare, uno dei tanti del Mediterraneo, una partita a carte, il caldo, lo scirocco, la marea, il tramonto trasformano i tre protagonisti (due donne e un uomo) nelle personificazioni metaforiche del Vento, del Tempo e del Mare. Il loro diventa dapprima il gioco della memoria, quella che hanno alle spalle e davanti agli occhi, la memoria del Mar Mediterraneo appunto che riporta suoni, leggende e poesie…
La memoria del tempo prende la forma di una grande conchiglia la cui struttura diventa quella del racconto scenico che partendo da un punto, amplia gradualmente i suoi cerchi per poi tornare a quel punto.
La conchiglia della storia si fa rosa dei venti, i suoi petali a sua volta diventano le vele della nave di Ulisse, le vele diventano carte geografiche e mappe navali, la conchiglia come ruota della Storia che nasce nel Mediterraneo come sedimento lento ed incessante dei popoli e delle civiltà che l’hanno attraversato fondendo le loro culture, i laro drammi e i loro destini.
Dunque necessità poetica e necessario tema di riflessione nell’epoca globale, la necessità di ripensare il Mediterraneo come centro di incontro attraverso l’intreccio di suoni e parole.

per maggiori informazioni sul festival:
https://www.facebook.com/positanoteatrofestival/timeline

 

ROSA DI FLAUTI – Concerto acustico

MCFundRdF2007ROSA DI FLAUTI

Concerto per strumenti a fiato arcaici

Un concerto acustico di
MARIO CRISPI
Auditorium di
Palazzo Branciforte Palermo
Via Bara all’Olivella, 8

domenica
22 febbraio 2015
ore 12,00

rassegna
ACUSTICO BRANCIFORTE

ingresso unico € 5,00

organizzato da
CURVAMINORE

“ROSA DI FLAUTI” nasce dalla ricerca artistica e musicale di MARIO CRISPI da lui svolta da tanti anni sugli strumenti a fiato provenienti dai cinque continenti, raccolti durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo.

A differenza di altri progetti di Crispi (Soffi, Arenaria, Agricantus), in cui le sonorità dei suoi strumenti sono miscelate all’interno di un sistema elettroacustico a vari gradi di elaborazione, in ROSA DI FLAUTI egli persegue l’idea di un concerto interamente acustico composto da vari assoli di strumenti a fiato arcaici provenienti da varie culture del mondo.

In questo concerto l’autore intende far percepire all’ascoltatore vari elementi che si inseguono. compenetrano e mescolano a vicenda senza prevalere l’uno sull’altro.

I timbri naturali degli strumenti suonati rappresentano, ad esempio, una “biodiversità acustica” suggerita, non sottoforma di un riduttivo campionario sonoro, ma soprattutto di una investigazione emozionale e narrativa.
Prendendo a prestito il concetto simbolo dell’esploratore, ovvero la “rosa dei venti”, il repertorio viene infatti dipanato percorrendo un itinerario circolare che partendo idealmente da Nord tocchi simbolicamente i vari punti cardinali (utilizzando le sonoritá degli strumenti a fiato provenienti da quelle direzioni) per ricongiungersi alla fine nuovamente a Nord, comeil movimento delle lancette di un orologio in un’ora.
La chiave rigorosamente acustica, fornisce inoltre un spunto di riflessione sul concetto di bassa “entropia”, ovvero il basso impatto energetico complessivo generato da questo tipo di strumenti (ricavati da materiali naturali o riciclati), sistematicamente sommersi dal frastuono della vita meccanica moderna, dall’oblio culturale, da una globalizzazione fraintesa nonchè da un’esaltazione, a volte distruttiva, delle moderne tecnologie, concepite troppo spesso come fine e non come mezzo.

Il risultato musicale di tutti questi concetti é, infine, l’espressione a tratti onirica, a tratti epidermica ed istintiva, ma rigorosamente evocativa, che scaturisce dalle composizioni scelte da Mario Crispi (quasi tutte scritte di sua mano) che, reinterpretando e mescolando strutture e forme musicali proprie delle tradizioni di questi strumenti e di tante altre culture musicali con lui è venuto in contatto nelle sue investigazioni, divengono appunti di viaggio immaginari, fotografie sonore inventate ma possibili scattate da un musicista solitario ed errante.