Agricantus: Akoustikòs Vol.1

12,50

“Akoustikòs” è il nuovo progetto musicale del gruppo Agricantus che nasce dall’incontro con la vocalist e pianista siciliana Anita Vitale, cantante di formazione jazzistica che ha sempre avuto un particolare feeling verso la musica etnica e world, specialmente di provenienza siciliana. In questo nuovo percorso, timbri e strumenti elettronici, elementi che da sempre hanno fatto parte della cifra stilistica e della ricerca musicale del gruppo, lasciano spazio al suono naturale, fatto di legni, corde, canne, pelli, tavole armoniche, voci, nella loro dimensione piu? pura. Il gruppo rivisita parte del suo repertorio in chiave “essenziale” e, muovendosi tra sonorità arcaiche, acustiche e di musica d’autore, ne esalta la magia dei suoni, delle melodie e dell’aria che vibra.
Il viaggio non si ferma, ma prosegue con entusiasmo ancora maggiore e si rigenera attraverso nuovi incontri e confronti.

Prodotto in formato CD, LP ed LP speciale

CNI Italia – 2018

COD: CD05 Categoria: Tag: , ,

Descrizione

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Anita Vitale: vocals, Fender Rhodes, piano
Mario Crispi: archaic wind instruments, vocals
Mario Rivera: 6 strings acoustic bass, double bass, guimbri, vocals
Giovanni Lo Cascio: drum set, percussion

Arranged by Agricantus
Produced by Mario Crispi, Mario Rivera and Paolo Dossena
Recorded at Groovefarm Studio, Rome by Davide Abruzzese
Additional recordings at Bazgaz Production Studio, Rome and Lo Sciamano Music School, Rome by Mario Rivera
Mixed by Mario Rivera

Master by Massimiliano Nevi at BitBazar, Rome.
Agricantus thanks: Vanni Gandolfo, Paul Blackmore, Leonardo Bruno, Paolo Soriani, Nello Mastroeni, Enzo Rao, Stefano Saletti, Carlo Cossu, Gabriel Zagni, Cinzia Garofalo, Alessia Tripodi, Silvana Barni, Vitale’s family, Omar Pelillo, Rita Collura, Stefania Patané, Alice and Stella Lo Cascio, Paolo Dossena, Francesca Fidanza, CNI Staff.

Giovanni Lo Cascio plays UFIP cymbals

  1. Azalai (Agricantus)

  2. Carizzi r’amuri (Es-Souk) (Agricantus – Dentrix)

  3. Qanat (Crispi – Rivera – Agricantus)

  4. Istanbul uyurken (Pivio – De Scalzi – Ozpetek)

  5. Manu su manu (Crispi – Rivera – Agricantus)

  6. Ciavula (Agricantus)

  7. Cantu Errami (Crispi – Rivera – Agricantus)

  8. Sentimentu (Crispi – Rivera – Agricantus)

  9. Nsunnai (Crispi – Rivera – Agricantus)

  10. Sentu (Crispi – Rivera – Agricantus)

  11. Jura (Mastroeni – Agricantus)

Edizioni Musicali Look Studio srl – tranne Azalai, Istanbul Uyurken e Ciavula (Look Studio srl – Anagrumba srl) e Sentu (Look Studio srl – Rai Com spa)

www.agricantusofficial.com

www.facebook.com/agricantus.official

www.cnimusic.it

3 recensioni per Agricantus: Akoustikòs Vol.1

  1. Ciro De Rosa

    Agricantus – Akoustikòs. Volume 1 (CNI, 2018)
    Sicilia

    Una carriera iniziata nel lontano 1979 nella scia del fertile ambiente folk revivalista palermitano. Però, è oltre un decennio dopo che si impongono con il capo d’opera “Gnanzù” (1993), inscritto nell’alveo della world music, che si impongono per la sua espressività etno-ambient, in cui gli strumenti acustici di area mediterranea agiscono su tappeti di elettronica sempre discreti ma decisivi nel connotare il sound di una formazione il cui astro luminoso è la voce femminile. Avventure pluriennali con dischi di pregio, tra cui “Tuareg” (Targa Tenco per disco in dialetto 1996), “Faiddi” (1999), “Ethnosphere” (2001), “Luna khina”(2007) e colonne sonore (“Placido Rizzotto”, “Il figlio della luna” e “Il bagno turco”, quest’ultimo con Pivio e Aldo De Scalzi). Poi la rottura, la quiescenza, la reunion (con alcuni nuovi elementi ad affiancare Crispi e Rivera) di “Turnari” (2014) e le aspre diatribe legali (ora passate in giudicato) sul diritto all’utilizzo del nome tra i due nuclei storici del gruppo. Adesso, il rilancio del progetto Agricantus con un organico rinnovato, in cui a due dei fondatori, Mario Crispi (strumenti a fiato etnici e voce) e Mario Rivera (basso acustico e voce), si aggiungono Giovanni Lo Cascio (drum set, percussioni) e la cantante di formazione jazzistica Anna Vitale (Rhodes e pianoforte). Durante la stagione concertistica, la line-up si allarga in maniera flessibile, con l’aggiunta di Enzo Rao (violino e oud), Alessandro Gwis (pianoforte) e alle percussioni Massimo Laguardia (già nella prima formazione della band) o quell’altro principe dei tamburi a cornice che è Arnaldo Vacca. Gli Agricantus ritornano sui loro passi con nuovo spirito: il titolo, “Akoustikòs vol. I”, è rivelatore di un passaggio che privilegia l’impianto acustico, senza rinunciare, nondimeno, a consolidati innesti elettronici. La band parte dalla lingua dell’isola, riadattando undici temi tratti dal proprio storico repertorio, conciliandoli con il colore e la versatilità della vocalist, connotandosi con un tratto, che pur conservando la stratificazione strumentale, risulta più essenziale e meno dilatato del passato. Si parte con la fragranza popolare di “Carizzi d’amuri”, si prosegue con “Azalai”. Indimenticabile, si staglia “Istanbul Uyurken”, proveniente dalla soundtrack de “Il bagno turco”; in “Qanat” si impenna il canto limpido di Vitale: è uno dei picchi del disco, così come il successivo “Ciavula”, che con “Manu su manu” condivide le procedure della canzone. Oltre, c’è “Cantu Errami” – anch’essa firmata da Crispi e Rivera, come la maggior parte delle composizioni del disco – che assume venature funky. Scorrono “Sentimentu”, che porta ancora in primo piano le digressioni improvvisative canore, e “Nsunnai”, dove i sogni si fanno protagonisti. In fondo, ci sono i due inediti dell’album: “Sentu”, proveniente dalla colonna sonora della fiction TV “Felicia Impastato” di Gianfranco Albano, e “Jura”, co-firmata dalla coppia Rivera-Crispi con la cantante, dove al quartetto si uniscono Stefano Saletti (oud) e Carlo Cossu (violino e viola). Merita ascolto questo ritorno. Buon cammino, Agricantus!

  2. Angel Romero

    Agricantus’ Wondrous Mediterranean Journey
    Angel Romero August 5, 2018
    Agricantus – Akoustikòs Vol. 1 (CNI Music, 2018)

    Celebrated Sicilian ensemble Agricantus has been making wonderful amalgamations of Italian and world music mixed with electronics since 1993. Although Akoustikòs still contains some electronic elements, it is very subdued and the focus is on enhancing the acoustic side of the band.
    Akoustikòs recreates some of Agricantus’ earlier material under a new perspective. The vocalist here is pianist and singer Anita Vitale. She has a multifaceted style that ranges from soul influences to theatrical ourbursts.
    The instrumentalists are Mario Crispi on various wind instruments from across the globe, bassist Mario Rivera and percussionist Giovanni Lo Cascio. Crispi and Rivera are the main composers of the ensemble and their creations are an exquisite set of songs rooted in Sicilian traditions, Turkish and North African music, and Australian aboriginal didgeridoo.
    The musicians on the album include Anita Vitale on lead vocals, Fender Rhodes and piano; Mario Crispi on archaic wind instruments and vocals; Mario Rivera on 6 string acoustic bass, double bass, guimbri and vocals; and Giovanni Lo Cascio on drum set and percussion.
    Guests featured: Massimo Laguardia on frame drums and vocals; Enzo Rao on violin and oud; and Seby Burgio on piano and keyboards.

  3. Ida Guglielmotti

    “Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre” (Josè Saramago).

    Lo sanno bene gli Agricantus, che sono andati e tornati e che tornano ancora, oggi, in questi primi mesi del 2018, con un nuovo appuntamento discografico che ci restituisce un percorso intensissimo di musica e suggestioni.
    Ci è mancato, in questi ultimi anni, il racconto dei loro viaggi musicali tra la Sicilia, l’Africa e il resto del mondo, con la fascinazione dei suoni, ma anche dei profumi che sembrano fluire in odorama da ogni traccia dei loro dischi.
    Ma, come in certi film, a volte tornano, per fortuna e l’happy end è servito. Perché certe passioni sono difficili da spegnere e le storie vissute insieme sono così forti che si fa fatica a nasconderle sotto il tappeto del già detto.
    “Akoustikòs” è l’album che continua il viaggio iniziato con CNI Compagnia Nuove Indye della più importante band di world music che il nostro paese abbia prodotto. Narrazioni sonore che hanno attraversato quasi quarant’anni. E’ più o meno intorno alla fine degli anni settanta, che un gruppo di ragazzini dotati di talento musicale e di sguardo lungo sul futuro, comincia a sperimentare suoni che non somigliavano a niente di conosciuto: i canti e gli strumenti della tradizione siciliana incontravano quelli della terra di fronte, attraversavano il mediterraneo per insinuarsi nei villaggi africani battuti dal ghibli, seguendo il cammino degli uomini blu e scoprendo che le cose che legano i codici musicali sono le stesse anche a latitudini diverse.
    Però gli Agricantus sono anche figli del loro tempo, quindi sì alla tradizione, ma la musica si presta ad essere manipolata e piegata alle regole della modernità, degli strumenti elettronici, dei bassi potenti, delle tastiere e dei sequencer, accanto ai tamburi, a strumenti della tradizione mediterranea, ma anche sudamericana, asiatica e mediorientale.
    Toccano ogni angolo del pianeta con i loro tour, entrano nelle classifiche di mezzo mondo, scrivono colonne sonore, si concedono collaborazioni eccellenti e producono dischi irrimediabilmente belli.
    Ma in una storia così lunga ci sta che arrivi anche la crisi, anzi più d’una. Perdono pezzi, si spaccano, tornano, si ricombinano. Non è un caso che uno dei loro lavori più recenti s’intitoli proprio “Turnari”, un destino e ancora un tributo alla lingua siciliana, a cui gli Agricantus, pur portabandiera della musica del mondo, hanno sempre reso omaggio.
    I padri fondatori sono sempre lì, con l’ispirazione a portata di strumento e l’incanto di voci femminili che si avvicendano a richiamare il potere evocativo dei vicoli di Palermo, pistacchi, mandorle e scirocco, l’immensità desertica attraversata dai nomadi, archeologie sonore e futuristiche intuizioni.
    Oggi c’è Anita Vitale, l’anima nuova, ma antica dello spirito ritrovato della band, c’è l’energia del ritmo sistole-diastole di basso e percussioni di Mario Rivera e Giovanni Lo Cascio e c’è il respiro profondo e il soffio vitale degli strumenti arcaici di Mario Crispi .
    Da questa combinazione nasce Akoustikòs, il nuovo lavoro degli Agricantus, che, per il gran ritorno, decidono di rivisitare alcune pietre miliari del loro percorso, col supporto di altri amici arrivati anch’essi dalla Sicilia: Enzo Rao Camemi, violino e oud, Seby Burgio, pianoforte e tastiere e Massimo Laguardia, tamburi a cornice e voce.
    Un ritorno particolarmente significativo, quello di Laguardia, che del primo nucleo degli Agricantus è stato uno dei fondatori, nel 1979 e per anni nell’organico stabile del gruppo. Poi, nel moto perpetuo delle partenze e dei ritorni, anche lui ne è uscito per dedicarsi ad altre esperienze internazionali, ma tornando a casa, ogni tanto, per l’incisione di dischi o in qualche tour.
    Come suggerisce il titolo del nuovo capitolo discografico, tutte le proposte sono riviste in una chiave molto essenziale, in cui i suoni sono fedelmente coesi alla loro matrice naturale.
    Si ritrovano con piacere canzoni che risorgono dal passato in tutta la loro bellezza (Carizzi r’amuri, Ciavula, Istanbul Uyurken ed il recente successo “Sentu”, tratto dalla colonna sonora di “Felicia Impastato”, tra le altre) e magicamente ci si ritrova nel mezzo di una tempesta di sale e mare, di acqua e vento, di notti e sabbia, a condividere destini di gente errante, di eroi del nostro tempo e di storie passate. Sempre fedeli a se stessi e sempre diversi. E capaci di suggerire all’ascoltatore visioni di luoghi mai visti, ma che appaiono subito familiari.

    Il folgorante deja vu del viaggio perfetto. Un emozionante film on the road.

    Bentornati, Agricantus.

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