SOFFI: assolo elettroacustico

“Soffi”, rappresenta un “indagare” musicale verso “mondi sonori” indefiniti attraverso l’uso di strumenti musicali e arnesi che trasformano il respiro in molteplici sonorità e timbriche e che affiancano “tecnologie” arcaiche a quelle contemporanee. Partendo da queste basi la ricerca di Mario Crispi, soprattutto in questo progetto “solista”, si espande in senso espressivo cercando, di descrivere con le sue sonorità e melodie territori onirici e, al tempo stesso, “possibili”, dando stessa importanza a computers e flauti ancestrali, e mantenendo così quel ruolo dello “strumento” subordinato a creatività e simbolismo. L’idea di realizzare una performance in chiave di “one man band”, sebbene sia ormai una pratica diffusissima, nasce in realtà dall’esigenza di portare per mano l’ascoltatore in una dimensione solitaria da “esploratore”, in un “divenire continuo” di orizzonti e confini, incessantemente attraversati come venti che soffiano da tutte le direzioni.
La poetica di Crispi è una ricerca continua di sonorità che appartengono al mondo degli strumenti a fiato provenienti dai cinque continenti, con l’intenzione di far conoscere attraverso le sue composizioni un mondo possibile di convivenza, dove una “etno-diversità” sonora e musicale data dai tanti strumenti suonati, stimoli una riflessione sul concetto di “biodiversità” applicato alle culture dell’uomo. I suoni e le melodie estratte dai suoi strumenti arcaici, di antiche etnie, rappresentano quindi elementi ancestrali, antiche culture legate alla terra che sembrano riemergere con ritmi e suoni da tempi remoti, e che inseriti negli spazi sonori da lui proposti, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, suggerisce un possibile contrasto alla incessante pressione sonora che la moderna vita urbana impone col suo frastuono e rumore di fondo.

PERFORMANCE

La performance consiste in un concerto di musica elettroacustica in cui strumenti a fiato arcaici e le relative tecniche esecutive sono mescolate alle tecniche ed alle tecnologie moderne prodotte dal computer contemporaneo: campionamenti sonori in tempo reale, armonizzazioni complesse e articolate dal processamento del suono dei software e plug-in che lo stesso Crispi programma. Inoltre molti degli strumenti a fiato sono da lui stesso suonati con varie tecniche arcaiche di emissione: la respirazione circolare, tecnica di respirazione continua, che permette al suonatore di eseguire melodie ad libitum, senza dove interrompere il suono per prendere fiato (didjeridu, arghoul egiziano, duduk armeno); l’imboccatura interdentale del flauto persiano; l’imboccatura bilabiale del flauto arabo/turcomanno.

STRUMENTAZIONE

La strumentazione utilizzata nello spettacolo é composta da
strumenti a fiato arcaici:
whirlies (tubi armonici a rotazione) ney (flauto obliquo persiano, turco e arabo), kaval rumeno (flauto a becco invertito gutturale, selijefløyte lappone (flauto ad amonici naturali), bansuri indiano (flauto traverso di bambù), duduk armeno (oboe popolare a tonica bassa), morcheng indiano (scacciapensieri in ottone), didjeridoo australiano (risuonatore armonico delle labbra e modificatore della voce), launeddas sarde, arghoul egiziano (entrambi clarinetti popolari), quena boliviana (flauto a tacca), sikus andino, nai rumeno (flauti di pan di canna), bummulu (orcio di terracotta), flauto traverso ad imboccatura modificata;

strumenti elettronici:
Laptop con vari software di programmazione e processamento del suono e varie periferiche di controllo.

La performance può essere accompagnata da immagini e video elaborati in tempo reale da Cinzia Garofalo, che cura la regia visiva avvalendosi anche di un sistema di videocamere montate accanto al musicista per evidenziarne i particolari. Le immagini e i video, che interagisce con i suoni, esaltandoli e contribuendo a costruire atmosfere evocative, sono tratti da reportage realizzati insieme a Mario Crispi nei paesi del Mediterraneo, Medio Oriente ed Asia Minore.